Questo evento, mie care figlie, è la testimonianza  della  gioia della vita e dell’amore verso gli altri.

La bellezza di una vita semplice, fatta di lavoro, di sacrifici e anche di qualche rinuncia ma, appagata pienamente dalla gioia di stare insieme, dalla condivisione delle rispettive esperienze, dai giochi e dalle gare in comune, il tutto a contatto diretto con la natura, cornice ideale per percepire la sensazione di libertà assoluta e di vicinanza a nostro Signore.

Ho percepito la vostra emozione già parecchi giorni prima della partenza, ma in modo differente rispetto ai distacchi per i precedenti campi. Era una cosa più forte, più profonda: si percepiva la gioia dell’attesa di un evento eccezionale al quale non vedevate l’ora di prendere parte. Avete preparato lo zaino con largo anticipo e avete lasciato i telefonini deliberatamente a casa anche se qualcuno di noi (io) pensava fosse meglio portarlo, visto che andavate cosi lontano….

Questa emozione l’avete trasmessa anche a noi e l’ho avvertita anche negli altri genitori quando vi abbiamo accompagnate al treno. Ma era un sentimento bellissimo, perché eravamo consapevoli che stavate per vivere una esperienza unica e irripetibile.

Man mano che iniziavano ad arrivare le prime informazioni e soprattutto le prime foto direttamente dal campo, i nostri timori sono svaniti di colpo per fare posto alla certezza che ciò che state vivendo è  veramente positivo. Si legge nei sorrisi e negli occhi di tutti voi, i vostri visi dicono apertamente e senza alcun dubbio: “Venite et Videte”, qui c’è la felicità!

Da vecchio scout, che non ha potuto fare questa esperienza, sono felice per voi che la state vivendo insieme ad altri 12.000 ragazzi; tutto quello che farete, quello che direte, quello che sentirete, quello che apprenderete in questi giorni, fortificherà il fisico, allargherà la vostra mente e rinnoverà lo spirito. Lo porterete per sempre con voi.

Michele, papà di Ludovica e Giorgia.

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Ciao Nicola, ormai son sette giorni che sei partito per questa bellissima avventura.

Convinto ti diedi il mio consenso perchè certo ti potesse provenire un beneficio per la tua formazione, relazionandoti con usi, costumi e culture diverse, ma tutti legati da un denominatore comune: ” I VALORI di BASE”.

E se questa esperienza può servire a, ulteriormente, rafforzare e cementificare questi “VALORI” in tutti voi che rappresentate le colonne portanti della società futura, nel tentativo di dare un contributo al cambiamento, in positivo, della odierna realtà, allora tutti i sacrifici di noi genitori, che stiamo “investendo” sul vostro futuro, avranno “un senso”.

Sicuramente sarai impegnato a vivere fino in fondo questa eccezionale “esperienza di vita”, così come io sono impegnato a riempire la mia anima di immenso affetto per te.

“Aequam memento rebus in arduis, servare mentem” ( ricorda di mantenere l’equilibrio nelle difficoltà).

Sappi che sono fiero ed orgoglioso di te.

 

Clemente, papà di Nicola.